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lunedì 17 ottobre 2011

Dario Tonani - "Toxic@"

Autore: Dario Tonani
Titolo: "Toxic@"
Edizione: Mondadori - Urania n° 1574
Anno: 2011

Con "Toxic@" Dario Tonani dà un seguito, per modo di dire, a quel "Infect@" con cui vinse il Premio Urania. 
Le atmosfere sono le stesse: una Milano grigia con più ombre che luci, bagnata da una pioggia apparentemente perenne che ricorda tanto da vicino quella di Blade Runner e dei romanzi di Richard Paul Russo. La storia, però, è ambientata diversi anni dopo e i cartoni, che nel precedente libro erano agli inizi, sono ora diventati non solo normalità, ma una vera e propria piaga sia per le malattie che diffondono, che per il loro smaltimento pressochè impossibile. 
Tonani ha, quindi, cercato di re-inventarsi il futuro, di farlo evolvere, di non rimanere ancora a ciò che aveva già creato. 
Cosa c'è che non va, quindi? 
In realtà poco. Il suo tentativo è apprezzabile e, oltretutto, riuscito perchè i nuovi elementi funzionano e non fanno sentire al lettore di trovarsi in presenza di una brutta copia di "Infect@". Il problema è che molti di questi elementi, purtroppo, non vengono sfruttati a sufficienza. 
Come già nel precedente romanzo, l'ambientazione fantascientifica, i cartoni stessi, sono solo uno sfondo, una bella scenografia in cui si potrebbe ambientare qualsiasi vicenda. E le vicende che vi si inscenano non hanno nulla o quasi di fantascientifico. Se per "Infect@" questo era un errore veniale che si poteva perdonare in virtù di una certa originalità (non dimentichiamoci, però, che in fondo i cartoni che interagivano con gli umani c'erano già in "Chi ha Incastrato Roger Rabbit, qui in più c'è solo l'atmosfera cyberpunk), lo stesso discorso non può essere fatto per "Toxic@". Al netto dei cartoni, infatti, ciò che rimane è solo un giallo, ben scritto, ma senza particolari spunti, ambientato in quella che viene chiamata Milano, ma che potrebbe ormai essere qualsiasi altra città. Anche il fattore cittadino, infatti, il poter osservare la propria città come trasfigurata dalla penna dello scrittore, qui un po' si perde rispetto al precedente lavoro (che comunque non brillava sotto questo punto di vista, anche a causa delle molte, troppe, scale d'emergenza in metallo sul retro dei palazzi che a Milano sono frequenti quanto le mosche bianche), rendendo il conglomerato urbano sempre più anonimo e, al contempo, degno di essere qualsiasi metropoli occidentale da New York a Londra. 
Spiace, quindi, che Tonani non abbia fatto un salto di qualità verso la fantascienza vera e propria. "Toxic@" rimane, però, un bel libro più che buono per far passare il tempo, ben scritto e capace di riservare qualche ora di svago e intrattenimento non del tutto banale. 
Urania, però, dovrebbe cominciare a pensare un po' di più a dare spazio e a sostenere la fantascienza con dei contenuti (anche e soprattutto se Made in Italy) sulla propria testata madre (magari proprio attraverso il Premio Urania che, purtroppo, negli ultimi anni sembra aver premiato solo libri fotocopia con trame "gialle" e ambientazione cyberpunk) e non accontentandosi di proporla in Urania Collezione.

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