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martedì 16 settembre 2014

Andreas Eschbach - "Lo Specchio di Dio"

Autore: Andreas Eschbach
Titolo: "Lo Specchio di Dio"
Edizione: Fanucci
Anno: 2011

A tre anni di distanza dal capolavoro “Miliardi di Tappeti di Capelli”, che lo ha catapultato al centro dell’attenzione mondiale della letteratura di fantascienza, Andreas Eschbach dà alle stampe questo “Lo Specchio di Dio”.
Si tratta di un libro molto diverso da quello che gli ha dato la notorietà. Non più fantascienza pura, ambientata nello spazio profondo, tra mondi e galassie distantissime da noi (non solo geograficamente), bensì un romanzo che si svolge sulla terra, in un domani che sembra già oggi. “Lo Specchio di Dio”, anzi, è soprattutto un thriller, per quanto si poggi su basi assolutamente fantascientifiche.
Cosa succederebbe se uno scavo archeologico in palestina riportasse alla luce, sepolto duemila anni fa, il libretto di istruzioni di una videocamera che non è ancora stata neanche lanciata sul mercato? Davvero qualcuno ha viaggiato nel tempo ed è tornato indietro fino al tempo di Gesù o è solo un’elaborata truffa? A che scopo, poi? E se davvero qualcuno è tornato indietro, questo significa forse che esiste, da qualche parte, una videocamera che ha ripreso Gesù Cristo?
Questi sono gli interrogativi in cui Eschbach ci catapulta fin dalle prime pagine del libro.
I personaggi sono diversi, alcuni ben caratterizzati e capaci di riservare anche qualche sorpresa, qualcuno, invece, purtroppo un po’ stereotipato.
L’intreccio, sulla carta molto interessante, in realtà, all’inizio, arranca un po’. Troppo spazio, infatti, viene probabilmente lasciato allo scrittore di fantascienza tedesco (forse una auto-citazione di Eschbach?) assunto come consulente e alle sue elucubrazioni, nonché al racconto del background di tutti i personaggi. Troppe domande senza risposta e senza reale costrutto nello sviluppo della trama, troppe informazioni in una volta sola, che rischiano di rallentare inutilmente il ritmo della narrazione.
Passato questo primo scoglio, però, finalmente il romanzo prende velocità e le vicende iniziano a susseguirsi a ritmo frenetico fino a diventare una vera e propria caccia al tesoro in gara contro il tempo e con diversi partecipanti. Tra inseguimenti, indizi, false piste, pedinamenti e scontri a fuoco il romanzo decolla.
Questo, più o meno, fino a tre quarti, quando nuovamente i ritmi calano, rallentano quasi fino a fermarsi, per poi riservare il colpo di coda finale. Un finale che, nel suo essere quanto di più classicamente scontato ci si potrebbe aspettare, in realtà lascia il lettore con il sorriso sulle labbra.
“Lo Specchio di Dio” è un romanzo molto diverso e molto distante, anche per qualità, rispetto a “Miliardi di Tappeti di Capelli”. Certamente non è destinato a lasciare il segno come il libro d’esordio dello scrittore tedesco, né si tratta di qualcosa di particolarmente nuovo e originale. Già molti scrittori si sono soffermati sul tema del viaggio nel tempo accostato alla figura di Gesù Cristo, sia in romanzi che in racconti (come Philip K. Dick o Michael Moorcock, per citare i primi due che mi vengono in mente). L’idea iniziale di Eschbach, però, è buona e lo sviluppo della vicenda altrettanto. Forse sarebbe stato apprezzabile un maggiore coraggio nell’osare nel finale, ma “Lo Specchio di Dio” è pur sempre una validissima lettura, sicuramente consigliabile sia a chi ama la fantascienza, che ai seguaci del thriller.