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giovedì 29 ottobre 2015

Jonathan Carroll - "Il Paese delle Pazze Risate"

Autore: Jonathan Carroll
Titolo: "Il Paese delle Pazze Risate"
Edizione: Mondadori - Strade Blu
Anno: 2004

Non tutti gli scrittori iniziano col botto, alcuni riescono a mostrare tutte le proprie qualità solo a distanza di tempo dall'esordio.
Non è il caso di Jonathan Carroll.
Leggendo "Il Paese delle Pazze Risate" si capisce subito perché sia diventato, in brevissimo tempo, uno degli autori più apprezzati del panorama fantastico. In questo suo primo libro si possono già ritrovare tutti quegli elementi che lo hanno reso famoso e che rendono unico il suo stile e le sue storie.
La descrizione semplice, eppure così realistica, dei comportamenti di tutti i giorni, delle abitudini che ciascuno di noi ha, magari senza neanche saperlo. La delicatezza con cui tratteggia i rapporti tra le persone che si amano, rendendo i personaggi vivi, mai troppo affettati o caricaturali. La profondità che riesce a donare ai protagonisti dei suoi romanzi, al punto che ci sembra quasi di conoscerli fin da quando erano bambini.
Ma anche il sottile senso di inquietudine che riesce a trasmettere anche quando tutto sembra apparentemente normale. O, ancora, la straordinaria fantasia e il modo in cui, quasi in punta di piedi, introduce il fantastico nelle sue storie.
Ogni romanzo di Carroll è un perfetto mix di tutti questi elementi e, spesso, molti altri ancora, ognuno dosato con pazienza e sapienza.
"Il Paese delle Pazze Risate" non è solo una bella e originale storia, ma anche un romanzo di formazione e di crescita. D'altra parte molti sono i libri di Carroll in cui la trama è stratagemma per portare i protagonisti a conoscersi meglio, a scavare in profondità dentro sé stessi alla ricerca del loro vero io. Al suo esordio letterario l'autore americano trapiantato a Vienna non fa eccezione e ci presenta Thomas, un protagonista che non ha quasi nulla di quello che ci si aspetterebbe da un protagonista. Emotivamente insicuro, apparentemente non del tutto cresciuto, nonostante abbia un lavoro e una vita ormai stabile e indipendente, vive costantemente (anche per sua scelta) all'ombra di un padre ingombrante, di cui vorrebbe liberarsi, ma al contempo non può fare a meno di continuare a ricordare e citare. Lungo tutta la vicenda sono forse più gli errori che le cose giuste che fa: tanti sbagli, piccoli e grandi, capaci di renderlo un personaggio per certi versi anti-empatico, ma terribilmente umano.
Le vicende lo porteranno a doversi confrontare con il suo modo di intendere la figura paterna, da una parte con il padre putativo che aveva trovato nei libri che leggeva da piccolo, dall'altra con il suo vero padre, con cui non era mai riuscito a scendere a patti e con il quale giunge, infine, a una particolarissima riconciliazione.
"Il Paese delle Pazze Risate" appassiona, incuriosisce, risucchia il lettore nelle sue pagine e, quando meno ce lo si aspetterebbe, riesce a sconvolgerlo mettendo in dubbio tutto quanto. Dopo di che lo strazia e lo porta verso un finale di pura soddisfazione.
Non sono molti i libri in grado di fare questo, ma molti libri di Carroll ci riescono. Per questo sarebbe un peccato anticipare qualcosa della trama, meglio lasciare al lettore tutto il gusto di scoprire cosa l'autore ha in serbo per lui.