Avvertenze

- - - - - - - LE RECENSIONI POSSONO CONTENERE SPOILER!!! - - - - - - -

venerdì 24 settembre 2010

Jonathan Carroll - "La Voce della Nostra Ombra"

Autore: Jonathan Carroll
Titolo: "La Voce della Nostra Ombra"
Edizione: Fazi
Anno: 2009

Come al solito noi, in Italia, arriviamo in ritardo. Solo da poco, infatti, è stato pubblicato questo romanzo che, in realtà, è il secondo di Carroll e risale addirittura al 1983. 
Discorsi editoriali a parte, con "La Voce della Nostra Ombra" Carroll si conferma lo scrittore che ben conosciamo. Le sue descrizioni restituiscono la vita di tutti i giorni con i piccoli particolari che nessuno abitualmente nota. Le sue pagine sono vivide, i personaggi realistici, le sue storie sembrano poter succedere a ciascuno di noi. 
Poi vi è l'elemento soprannaturale, che in Carroll è sempre più o meno sottilmente accennato e tutt'uno con la vicenda e, in questo caso, più inquietante del solito. 
Solo il finale sembra mostrare una leggera flessione, ma è solo perchè non così positivo o edificante come in altri suoi romanzi. 
Certamente si scava, nel bene o nel male, un piccolo spazio dentro di noi, conquista un angolino del nostro cuore in cui rannicchiarsi e farci per sempre compagnia. 
Come tutti i libri di Jonathan Carroll.

lunedì 20 settembre 2010

Lanfranco Fabriani - "Nelle Nebbie del Tempo"

Autore: Lanfranco Fabriani
Titolo: "Nelle Nebbie del Tempo"
Edizione: Mondadori - Urania n° 1504
Anno: 2005

Continuano le avventure dell'agenzia temporale italiana e Fabriani fa nuovamente centro. 
Il secondo libro riesce nell'arduo compito di non risultare una copia del primo e a non essergli inferiore. In poche pagine il lettore si trova nuovamente catapultato negli intrighi, nei rapporti tutti "italiani" tra i personaggi e nella vicenda che, nuovamente, si snoda a cavallo tra i secoli. 
Dopo una coppia di libri come questa il lettore non può che sperare di vedere il prima possibile un nuovo capitolo di questa fortunata serie perchè i personaggi son ormai degli amici da cui è difficile staccarsi quando il divertimento è dietro l'angolo.

Lanfranco Fabriani - "Lungo i Vicoli del Tempo"


Autore: Lanfranco Fabriani
Titolo: "Lungo i Vicoli del Tempo"
Edizione: Mondadori - Urania n° 1453
Anno: 2002

Con questo romanzo, il primo del ciclo della polizia del tempo, Lanfranco Fabriani ha vinto il Premio Urania. E a ben vedere, ci sarebbe da aggiungere.
La trama, in sé, potrebbe risultare un po' banale e scontata a chi la sentisse raccontare e riassumere in poche parole. Tutto ciò, però, non renderebbe assolutamente giustizia al romanzo di Fabriani che si basa non tanto sulla trama, quanto sull'efficacia delle atmosfere e delle descrizioni. In particolare spicca uno spirito tutto "italiano" nei rapporti tra i personaggi e nel modo di fare le cose all'interno dell'agenzia, che non può che risultare simpatico e accattivante per il lettore.
Finito il libro non si può fare a meno di pensare che se davvero una tale agenzia esistesse in Italia, di certo sarebbe identica a quella descritta e raccontata da Fabriani.
Un romanzo divertente e scanzonato, senza alcuna pretesa di esser preso sul serio, ma in grado di incollare il lettore alle pagine e di regalare diverse ore di intrattenimento a chi dovesse accostarvisi. Sicuramente consigliato a tutti.

mercoledì 15 settembre 2010

Vernor Vinge - "Alla Fine dell'Arcobaleno"

Autore: Vernor Vinge
Titolo: "Alla Fine dell'Arcobaleno"
Edizione: Mondadori - Urania n° 1561
Anno: 2010

Son rimasto un po' deluso da questo libro, forse per l'aspettativa con cui mi ci sono accostato, forse per via di quel "vincitore del premio Hugo" che cappeggia in copertina. 
Di certo anche la traduzione e l'edizione non hanno aiutato, con il risultato, quindi, che il romanzo non è stato del tutto godibile. Frasi grammaticamente scorrette (che pregiudicano la comprensione) ed errori di battitura (che spesso non fanno capire dove inizino i discorsi e dove finiscano o chi parla), pullulano per tutto il volume. Inoltre, come si è scoperto un po' per vie traverse (e che ha dato origine a una lunga querelle sullo stesso Blog di Urania), la traduzione italiana è decisamente più corta rispetto all'originale. Che questo abbia portato a tralasciare parti importanti, a creare buchi nella storia o se, al contrario, abbia aiutato a rendere più leggero e fruibile il volume, non lo sappiamo, quindi non esprimeremo un giudizio in merito. Tutti questi elementi messi insieme, soprattutto i primi elencati, però, non hanno sicuramente giovato alla lettura (spesso claudicante), al libro in quanto tale e, per finire, alla sua stessa comprensibilità. 
Inoltrandosi nel libro, inoltre, ai problemi appena enunciati se ne aggiungono altri. La storia, la sua progressione narrativa, zoppica un po'. Soprattutto assomiglia, forse un po' troppo, a un plot che negli ultimi anni ha preso un certo piede e che alcuni telefilm americani dell'ultima generazione hanno riproposto ormai in tutte le salse. Personaggi diversi, con interessi e motivi differenti, finiscono tutti per confluire verso lo stesso finale. Una struttura piuttosto classica e che, in genere, funziona.
A rendere avvincente la narrazione, di solito, oltre al carisma dei personaggi, sono le vicende che si trovano ad affrontare. A questo si aggiunge spesso il pathos derivante da un evento che appare inevitabile e verso cui tutti sono trascinati nonostante i loro sforzi per evitarli, in alternativa sostituito, eventualmente, da un qualche finale a sorpresa con colpo di scena.
Peccato, quindi, che in questo caso la maggior parte dei personaggi risultino del tutto estranei ai lettori, le vicende non coinvolgano più di tanto (se non un po' verso la fine, quando finalmente comincia a succedere qualcosa) e che il finale non rispondesse a nessuna delle due opzioni appena enunciate. La fine, infatti, è evidente fin dall'inizio, ma manca totalmente di pathos. Non vi è, inoltre, mistero o curiosità su come le vicende di tutti finiranno a convergere (dato che anche questo elemento è praticamente subito esplicitato appena ogni personaggio entra in scena). Infine la conclusione non ha alcun colpo di coda che possa sorprendere il lettore, ma si limita a chiudere tutta la vicenda come ci si aspettava fin dall'inizio.
Inoltre, come in quei telefilm di cui parlavamo, mancano anche diverse informazioni su alcuni filoni narrativi che non vengono conclusi. Nel caso dei prodotti per la tv si tratta di scelte in vista di un seguito, di una stagione successiva: qualcosa, quindi, è necessario lasciare in sospeso per attirare il telespettatore... ops, pardon, il lettore. Nel caso di questo libro, invece, nato per essere fine a se stesso e non l'inizio di un ciclo, non è chiaro se questi buchi fossero già presenti in origine o derivino dai tagli operati in sede di condensazione per l'edizione italiana. Visti gli altri difetti presenti, però, saremmo portati a ritenere che la prima ipotesi non sia del tutto da scartare.
"Alla Fine dell'Arcobaleno", in questa edizione, quindi, è un romanzo che risulta estremamente dettagliato e convincente nella descrizione del salto tecnologico e di questa "realtà aumentata" vivibile attraverso l'uso di hardware indossabili, ma deficia sotto il profilo della mera narrazione. Da un premio Hugo, sinceramente, ci si aspetterebbe qualcosa di più, quantomeno un migliore equilibrio tra le varie parti che concorrono a comporre il romanzo. 
Indubbiamente la riflessione che sorge più spontanea al termine della lettura è: "se questo era il migliore... mala tempora currunt!"

venerdì 10 settembre 2010

James G. Ballard - "Condominium"

Autore: James G. Ballard
Titolo: "Condominium"
Edizione: Mondadori - Urania n° 707
Anno: 1976

Lo stile di Ballard, le sue idee sempre geniali e, al contempo, lucidissime nell'analizzare e criticare, non si discutono. Questo libro, però, l'ho trovato a tratti un po' ferraginoso nel suo portare avanti la storia. Inoltre, sospensione dell'incredulità a parte, risulta difficile comprendere come il fatto che il condominio si isoli dalla realtà circostante non venga avvertito da nessuno del "mondo di fuori". Infine lo stesso finale, con un ritorno alla normalità che personalmente ho trovato forzato, stride con quanto raccontato e mostrato fino a quel momento. 
Di certo è una storia che colpisce, un romanzo con scene forti e capace di rimanere impresso nel lettore per il modo in cui esaspera ed esagera fino al parossismo i rapporti interpersonali. Ma manca di qualcosa che avrebbe potuto trasformarlo definitivamente in un capolavoro.

lunedì 6 settembre 2010

Mary Stewart - "Il Giorno Fatale"


Autore: Mary Stewart
Titolo: "Il Giorno Fatale"
Edizione: Rizzoli - SuperBUR
Anno: 1985

Dopo la trilogia in cui raccontava la storia di Merlino e del suo rapporto con Artù, la Stewart aggiunge un quarto libro per concludere il ciclo e si concentra, questa volta, su Mordred. Come al solito le cose non vanno esattamente come ci saremmo aspettati, la storia che tutti noi conosciamo è rivista, modificata, trasformata come in una sorta di viaggio all'indietro. La Stewart ci racconta la sua versione di tutta la vicenda come avrebbe potuto essere in realtà, prima che il tempo desse a tutto i contorni del mito. Come già nella passata trilogia su Merlino, bastano poche pagine per essere nuovamente avvolti dalla magia della narrazione e completamente avvinti dalla storia. Non mancano i momenti di grande emozione e tensione, soprattutto quando tutto sembra congiurare per spingere i personaggi verso il tragico e inevitabile "giorno fatale".
Per fortuna neanche i numerosissimi errori di editing e di battitura di cui è disseminato il testo (almeno in questa edizione) riescono a rovinare la magia della lettura di questo splendido romanzo.

venerdì 3 settembre 2010

Kilgore Trout - "Venere sulla Conchiglia"


Autore: Kilgore Trout (Philip J. Farmer)
Titolo: "Venere sulla Conchiglia"
Edizione: Mondadori - Urania n° 693
Anno: 1976

Kilgore Trout: uno scrittore che non esiste. "Venere sulla Conchiglia": uno pseudo-biblia. Almeno fino a quando Philip J. Farmer non decise di scrivere questo divertente, ma non scontato, romanzo (ormai diventato un classico della fantascienza) e di farlo pubblicare sotto lo pseudonimo di Kilgore Trout. Episodio che diede origine, negli anni, a diversi e curiosi aneddoti nel mondo della fantascienza.
Avevo già questo libro nell'edizione Urania Collezione, ma quando lo vidi sul banchetto tra gli usati, nonostante sapessi non fosse un'edizione integrale (la censura, al tempo, ci andò giù pesante con questo libro), non potei non accattarmelo.
Curiosità a parte, comunque, si tratta di un bel libro dell'epoca d'oro della fantascienza, quindi sicuramente consigliato a tutti.

Robert Sheckley - "Giardiniere di Uomini"

Autore: Robert Sheckley
Titolo: "Giardiniere di Uomini"
Edizione: Mondadori - Urania n° 604
Anno: 1972

Ennesima antologia che ci regala uno Sheckley in splendida forma. Proprio nei racconti, secondo me, riesce ad esprimere appieno il proprio potenziale di scrittore fuori dagli schemi. Nelle storie che compongono questa raccolto si fondono ottima fantascienza, tematiche che fanno riflettere, colpi di scena geniali e, soprattutto, un micidiale umorismo. Tutti ingredienti che a questo livello son riusciti a coniugare solo lo stesso Sheckley e Douglas Adams. Sicuramente consigliato (questo libro e le antologie di Sheckley in generale) a chi vuole pensare mentre si fa una sonora risata!

mercoledì 1 settembre 2010

Dario Tonani - "Infect@"

Autore: Dario Tonani
Titolo: "Infect@"
Edizione: Mondadori - Urania n° 1521
Anno: 2007

Uno dei più originali premi Urania degli ultimi anni. Una Milano mai così dark e noir, sotto una pioggia insistente che rende tutto in bianco e nero (tranne i cartoni ;-) ). Dopo alcuni titoli che non mi hanno del tutto convinto, son felice che Urania abbia saputo valorizzare Tonani e voluto puntare su una fantascienza un po' meno classica, ma sicuramente capace di dare ben di più ai lettori. Un acquisto consigliato, sperando che Dario sappia proseguire su questa strada e regalarci altri romanzi interessanti come questo.