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martedì 20 agosto 2013

Dan Simmons - "Il Risveglio di Endymion"

Autore: Dan Simmons
Titolo: "Il Risveglio di Endymion"
Edizione: Fanucci
Anno: 2011

Dopo il mezzo passo falso di "Endymion", Dan Simmons cerca di riportarsi in carreggiata con il romanzo che chiude definitivamente il ciclo dei "Canti di Hyperion".
Diciamo subito che "Il Risveglio di Endymion" non è un libro facile, anche per via della sua lunghezza, ma soprattutto a causa dei suoi pregi e dei suoi difetti.
La scrittura è corposa, a tratti aulica, i concetti espressi si fanno di volta in volta più complicati e filosofici. Non è un caso, infatti, se molti danno anche l'etichetta Religione e Filosofia a "Il Risveglio di Endymion", per quanto si tratti di una evidente esagerazione.
La storia e la struttura stessa della narrazione, con tanti, tantissimi riferimenti al primo volume del ciclo e ai personaggi lì presenti, in alcuni momenti rende un po' ostico andare avanti e si è costretti a fermarsi un attimo a pensare e a frugare nella memoria. Senza una legenda di nomi o qualcosa di simile, a volte è un po' difficile ricordare chi fosse il tal personaggio e cosa avesse fatto (soprattutto se "Hyperion" lo si era letto anni e anni fa, magari ancora in edizione Mondadori).
Nonostante (o forse proprio per merito di) questi ostacoli, che sono naturalmente tra i pregi di questa opera, la lettura scorre e riesce a farsi seguire. Questo anche perchè la quantità di fatti e situazioni raccontate è enorme. Sicuramente è maggiore e più intricata di quel lineare e lungo viaggio, a tratti degno di un romanzo di space opera di medio livello, a cui si era ridotto il precedente "Endymion". No, qui si riprende invece lo stile che aveva contraddistinto "La Caduta di Hyperion", con tanti personaggi, ciascuno in punti nevralgici dell'universo, a diretto contatto con i centri del potere e le decisioni che contano.
E' evidente l'impegno di Simmons nel creare una sorta di dicotomia, di dualità: così come "Endymion" dovrebbe riprendere "Hyperion" per il tema del viaggio (seppur con risultati decisamente diversi), così "Il Risveglio di Endymion" dovrebbe riprendere "La Caduta di Hyperion" per stile e metodi narrativi.
Se l'intreccio narrativo dunque funziona, sono altre le pecche di questo romanzo, sia dal punto di vista concettuale che di mera scrittura.
Quella che, infatti, era nata come una grandiosa saga di fantascienza, basata su viaggi nel tempo e nello spazio, guerre, intelligenze artificiali e mille altre cose, qui diviene a tratti una vicenda religioso/messianica. Alcuni dei concetti alla base dei primi libri, come la libertà di scelta, l'accettazione (e la bellezza) della diversità delle forme di vita umana (anche e soprattutto là dove si evolve in qualcosa di apparentemente alieno), sono mantenuti. Ma Simmons ogni tot di pagine ci tiene a sottolineare come alcune cose dette dei primi 2 libri fossero menzogne o semplificazioni materiali e a sostituire fatti e concetti scientifici con rivelazioni filosofiche. Ogni idea meta-scientifica viene svilita e definita come la visione miope e terra-terra di qualcosa di incomprensibile e metafisico. Un modo di fare ripetuto tanto spesso da far ben presto pensare al lettore a un cambio di rotta in corso d'opera (che neanche noi escludiamo). Per quanto, dunque, la storia si lasci seguire e riesca anche ad appassionare e a coinvolgere, ci sembra quindi un po' riduttivo, semplicistico e (diciamolo) opportunistico, riportare tutta la vicenda solo alla figura messianica di Aenea (per quanto lei continui a dire di NON essere un messia).
La tecnologia viene superata (e ridicolizzata), dalla fede e dalla religione che permettono gesti e azioni ben più grandi e incredibili. Addirittura viene demonizzata, perchè descritta come qualcosa di distruttivo e innaturale. Mentre motore di tutto, fin dall'inizio del primo libro, alla fine si rivela essere la vita, con la V maiuscola, entità metafisica e metadimensionale che tutto muove e tutto dirige per i suoi scopi, come una sorta di grande architetto.
Dall'altra parte, inoltre, vi sono alti e bassi anche a livello di scrittura. Simmons passa, senza soluzione di continuità, da momenti frenetici, in cui fa succede mille cose in contemporanea, ad altri in cui si prende 50/100 pagine di vacanza. Ad esempio descrizioni, similitudini e metafore riguardo a TUTTE le catene montuose di un pianeta e a TUTTE le sue formazioni nuvolose, che sembrano puri e semplici esercizi di stile fini a se stessi.
Per concludere, tirando le fila non solo de "Il Risveglio di Endymion", ma di tutto il ciclo, il mio consiglio non può che essere di leggerlo. Si tratta di un consiglio che sembra andare contro al tono di questa recensione, è vero. Molto semplicemente questi quattro libri insieme sono, effettivamente, una grande opera che qualsiasi appassionati di SF dovrebbe leggere.
Non si può, però, neanche negare che, iniziato benissimo con un capolavoro che trascende le etichette di genere e proseguito con un grandissimo libro di fantascienza, il ciclo abbia poi avuto un tonfo con il terzo e si sia poi solo un po' rialzato con l'ultimo capitolo, pur senza tornare ai fasti dell'inizio e, soprattutto, prendendo una strada che sembra tradire l'idea originale. Avvisati di questo, quindi, si potrebbe riuscire a leggere gli ultimi due volumi nella giusta ottica e, magari, anche apprezzarli maggiormente.