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giovedì 26 settembre 2013

Arthur C. Clarke - "Incontro con Rama"

Autore: Arthur C. Clarke
Titolo: "Incontro con Rama"
Edizione: Mondadori - Urania Collezione n° 112
Anno: 2012

Leggendo "Incontro con Rama" è facile capire per quale motivo sia stato considerato, quasi fin da subito, come uno dei capolavori della fantascienza. Quantomeno di quella fantascienza che va sotto il nome di "Hard Science-Fiction".
Clark, infatti, non si impegna, con questo romanzo, a raccontare una storia. Non abbiamo una struttura che possa essere del tutto inscatolata nel classico progredire di inizio-svolgimento-fine. Quello a cui assistiamo è, semmai, uno spaccato di vita. Una sequenza di eventi in un determinato periodo di tempo. Eccezionali, avventurosi anche, ma apparentemente limitati a quel frangente che andiamo ad osservare.
Il motivo di questa precisazione è semplice ed è da ricercare in ciò che il lettore, di solito, si aspetta da un libro. Chi si aspettasse una qualche saga, con tanto di protagonisti prescelti per un qualche motivo o un finale che spiegasse, facesse rivelazioni o si svelasse in un colpo di scena, andrebbe del tutto deluso. Non è questo, infatti, l'obiettivo che Clark si è posto con "Incontro con Rama" e questo deve essere ben chiaro prima di prendere il mano il romanzo.
Ciò che l'autore voleva fare, e ci è riuscito benissimo, era raccontare nel modo più dettagliato e realistico possibile quello che sarebbe potuto essere l'incontro con un manufatto di origine aliena. I protagonisti, quindi, non sono eroi o prescelti, ma professionisti, persone normali, scelti solo perchè, per puro caso, son i più vicini all'oggetto da osservare. E tutto il libro è, sostanzialmente, l'osservazione, la descrizione, di ciò che nessun essere umano aveva mai visto prima, con tutto il suo bagaglio di paure e meraviglie. Ma è anche, soprattutto, una ricostruzione minuziosa delle forze, delle situazioni, delle architetture, dei materiali e delle reazioni che avvengono nello spazio e all'interno di Rama, svolta in maniera assolutamente plausibile. La narrazione, inoltre, non risente minimamente di questo sforzo, perchè risulta sempre scorrevole e a tratti addirittura incalzante nel suo raccontare le avventure, invenzioni e disavventure del gruppo di astronauti.
Proprio in questo sta la grandezza di "Incontro con Rama" e, da un certo punto di vista, anche il suo limite.
Se, infatti, Clarke centra perfettamente il suo obiettivo di scrivere un romanzo ambientato nello spazio rispettando appieno, e spiegando in maniera semplice e appassionante, la fisica di ogni situazione (risultando tanto perfetto da, pare, ispirare il programma di osservazione dello spazio proprio con questo libro), dall'altra parte manca un elemento che ha fatto grande la fantascienza. Da sempre la SF è stata spesso usata come allegoria del presente, come metafora per raccontare qualcosa del momento in cui il racconto o il romanzo veniva scritto. Il più delle volte era un mezzo per lanciare un messaggio, per mostrare le cose da un altro punto di vista o per muovere una critica. In "Incontro con Rama" tutto ciò è assente: l'indagine di questo mondo alieno è fine a sé stessa e non porta con sé neanche spiegazioni o rivelazioni, proprio perchè essendo alieno si affida a logiche e motivazioni lontane da noi e l'uomo non può sperare di poterlo comprendere appieno.
Questo libro di Clark, dunque, risulta pressochè perfetto sotto il profilo tecnico e narrativo, perchè colpisce in pieno gli obbiettivi che lo scrittore si era prefissato. Una vera e propria pietra miliare e una lettura obbligata nell'ambito dell'hard science-fiction, con cui tutti gli autori che volessero cimentarsi in questo genere devono confrontarsi ancora oggi. Ciò che gli manca è solo un po' di analisi sociale, di approfondimento dell'animo umano, che avrebbero potuto renderlo un capolavoro assoluto della fantascienza, al di là delle categorie e dei sottogeneri.    

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